Vagamente ispiratosi a L'envers du music-hall di Colette, semiserio o semitragico a seconda delle necessità, al traino di una sceneggiatura fluida destinata ad inseguire una insolita road movies - coreografia dell'anima, attore e per di più regista, il nostro è, per sua natura, simpaticamente, talvolta genialmente surreale (vedi la sua comparsa improvvisa e indimenticabile nello squisito LES HERBES FOLLES di Alain Resnais) . Non a caso, allora, sono ancora i siparietti con le sue trovate attoriali a costituire i momenti più riusciti, a volte irresistibili del film.

L'altra molla destinata a rinvigorire un film gioiosamente libero, ma anche a tratti un filo risaputo e quasi inevitabilmente disordinato, diventa allora il mondo sfatto, ma fortunatamente cosi vivace delle mature signore; che si inseriscono in quell'universo assurdo con una disinvolta naturalezza sulla quale non era cosi evidente scommettere. Anche se non è forse il caso di stravedere per il film come ha fatto la critica francese.